Daniela fu uccisa nel sonno a martellate dal marito geloso, il 54enne condannato a 21 anni di carcere

Giorgio Meneghel è stato condannato a 21 anni di carcere per l’omicidio di Daniela Cadeddu, avvenuto nel febbraio 2022. La sentenza arriva dopo quasi due anni dal tragico evento.

Il tragico destino di Daniela Cadeddu

Il 5 febbraio 2022, Daniela Cadeddu fu brutalmente uccisa nel sonno a martellate dal marito Giorgio Meneghel, a Oristano. Nonostante la coppia vivesse da separata in casa, l’escalation di violenza culminò in questo atto estremo.

Il delitto ha scosso la comunità e sollevato questioni riguardanti la violenza domestica e le dinamiche di coppia. La tragica fine di Daniela Cadeddu mette in luce la gravità delle conseguenze che possono derivare da situazioni familiari complicate.

La confessione e il processo

Dopo il delitto, Meneghel chiamò spontaneamente il 112, confessando il suo crimine.

Nonostante la perizia psichiatrica che attestava la sua capacità di intendere e volere, l’uomo non ha mai fornito una spiegazione chiara per il suo gesto, citando vagamente problemi economici e di salute come possibili moventi.

Questa assenza di un movente chiaro ha aggiunto ulteriore complessità al caso, rendendo il processo un punto focale per la comprensione della mentalità dietro a tali atti di violenza.

La sentenza di condanna

Il 6 dicembre, Giorgio Meneghel è stato condannato a 21 anni di carcere, una pena inferiore rispetto ai 24 anni inizialmente richiesti dalla procura.

La sua reazione alla sentenza ha mostrato sorpresa, probabilmente dovuta allo sconto di pena. Il suo legale, Francesca Accardi, ha commentato la sentenza evidenziando il “contesto di sofferenza e disagio” in cui il crimine è stato commesso. La condanna di Meneghel chiude un capitolo di questo tragico caso, ma lascia aperte molte domande sulle dinamiche della violenza domestica e su come prevenirla.

Emanuele Larocca

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