Claudio Cecchetto, noto scopritore di talenti e fondatore di Radio Deejay, condivide i suoi pensieri sull’attuale direttore artistico della radio, Linus, e sulle recenti polemiche relative a un documentario su di lui trasmesso da Rai 1.
Cecchetto esprime grande ammirazione per l’intervento di suo figlio Jody, che ha difeso il padre dalle critiche mosse da Linus. “«A tutti i genitori auguro di avere un figlio come il mio. Le parole di Jody non sono una difesa d’ufficio: quando ho letto quello che ha scritto sono stato fiero e orgoglioso di essere suo padre»”, dichiara Cecchetto, facendo riferimento al supporto dimostrato da Jody dopo che Linus aveva minimizzato l’importanza del documentario su suo padre.
Ripercorrendo il suo cammino professionale, Cecchetto ricorda la sua relazione lavorativa con Linus fino all’acquisizione di Radio Deejay da parte del Gruppo L’Espresso nel 1995. “«Linus era arrivato nel 1984. L’ho assunto io e lo sottolineo. Linus era un mio dipendente»”, sottolinea Cecchetto, descrivendo come la loro collaborazione sia mutata con il cambio di proprietà della radio. “«Scelse di stare dalla parte del più forte. Ma non voglio alimentare un dualismo inesistente ancora oggi dico che i miei antagonisti erano L’Espresso e De Benedetti»”.
Cecchetto sceglie di non rispondere direttamente ai commenti di Linus: “«Chiedetelo a lui. Non a me»”. Enfatizza la sua predisposizione a evitare conflitti, sia nel suo ruolo nella politica locale che come talent scout: “«Non è nella mia indole attaccare nessuno. Non ho attaccato nessuno da politico qui a Riccione, dove continuo a sostenere la linea della proposizione e non quella dell’opposizione»”.
In merito al documentario “People from Cecchetto”, criticato per gli ascolti non elevati, Cecchetto mostra indifferenza verso tali metriche. “«Ma chissenefrega degli ascolti»”, proclama, vedendo il documentario come una celebrazione del suo lavoro e delle personalità da lui lanciate. “«E, lo sottolineo, non era un documentario su di me: c’erano gli 833, Jovanotti, Amadeus e Fiorello e poi Gerry Scotti. Anche Fabio Volo e Leonardo Pieraccioni, tanto per citarne alcuni»”. Cecchetto evidenzia come il documentario abbia onorato non solo la sua carriera, ma anche le carriere di molte celebrità che ha contribuito a scoprire e promuovere.
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