Giulia Lavatura, dopo aver tentato il suicidio con la figlia, rivela in un interrogatorio la sua angoscia causata dal Superbonus e le pressioni economiche.
Nei recenti sviluppi dell’interrogatorio avvenuto presso l’ospedale Bufalini, dove Giulia Lavatura è attualmente ricoverata, emergono dettagli sconvolgenti.
Giulia, che ha tentato di togliersi la vita gettandosi dal nono piano di un edificio insieme alla figlia, ha espresso il suo disagio per le spese legate al Superbonus. Il Resto del Carlino riporta che la donna si è espressa in merito alla somma di 600mila euro che la preoccupava enormemente.
“Troppi per me, anche mia figlia sarebbe stata indebitata e io non potevo lasciarla in questa situazione”.
La situazione finanziaria, legata ai lavori per il Superbonus su una proprietà a Bagnacavallo di cui i coniugi erano proprietari, era motivo di preoccupazione costante sia per Giulia che per il marito.
Durante l’interrogatorio, ha condiviso con il pubblico ministero Stefano Stargiotti:
“È un pensiero che avevo dal 22 dicembre, io e mio marito, vedendo nell’applicazione che non erano stati caricati nemmeno i nostri documenti”. La famiglia ha vissuto mesi di grande stress, nonostante avessero ottenuto la cessione del credito. “Eravamo stressati per i bonus anche se avevamo ottenuto la cessione del credito”, ha detto la donna.
L’avvocato di Giulia, Massimo Ricci Maccarini, si sta preparando a richiedere una perizia psichiatrica per la sua cliente, considerando la gravità della situazione. Diversi specialisti si sono già offerti di aiutare.
Il pm Stargiotti, nel frattempo, ha convalidato l’arresto di Giulia, stabilendo che rimanga in clinica fino al trasferimento in Psichiatria a Ravenna.
Giulia ha inoltre confessato in un’altra dichiarazione: “L’unica esitazione l’ho avuta quando mia figlia ha cercato di fermarmi. L’avevo presa in braccio che ancora dormiva e poi si è svegliata. Volevo suicidarmi e volevo che lei non rimanesse senza di me. Avevo premeditato tutto giorni prima”.
Infine, la zia di Giulia ha espresso frustrazione verso il sistema di assistenza sanitaria: “Il Csm non è stato probabilmente in grado di seguirla. Non è possibile che una persona malata debba decidere per sé… La famiglia di una persona che sta male è completamente abbandonata e sola”.
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