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Ubriaco e drogato alla guida di un’auto di grossa cilindrata travolge e uccide Miriam una ragazza di 22 anni, l’auto aveva raggiunto la velocità di 160 km orari in città

Il tribunale di Treviso ha inflitto una condanna di 3 anni e 2 mesi ad Alessandro Giovanardi per l’incidente stradale che ha causato la morte di Miriam Ciobanu.

Sentenza del tribunale di Treviso

Nella giornata di giovedì 4 luglio, il tribunale di Treviso ha deciso la condanna a 3 anni e 2 mesi di carcere per Alessandro Giovanardi, un venticinquenne di San Zenone degli Ezzelini. Giovanardi è stato riconosciuto colpevole di aver investito e ucciso la ventiduenne Miriam Ciobanu nell’ottobre del 2022, mentre la giovane camminava per una strada a Pieve del Grappa. La sentenza è stata emessa con rito abbreviato. Le autorità hanno scoperto che Giovanardi guidava un veicolo potente a circa 160 chilometri all’ora, in una zona con limite di 60, ed era sotto l’influenza di cannabinoidi e alcol.

Compensazioni ai familiari della vittima

Oltre alla reclusione, Giovanardi dovrà versare 250mila euro come provvisionale al padre di Miriam Ciobanu e 125mila euro alla sorella. La perizia della Procura ha rivelato che la giovane è stata sbalzata per 80 metri dopo l’impatto, un evento che ha reso impossibile la sua sopravvivenza. Questo drammatico episodio ha acceso il dibattito sulla sicurezza stradale e sull’importanza del rispetto dei limiti di velocità, specialmente nelle aree residenziali.

Dettagli della notte dell’incidente

Il tragico incidente è avvenuto alle 4:30 del mattino del 31 ottobre 2022, in via Vittorio Veneto a Pieve del Grappa. Miriam Ciobanu stava tornando a casa a piedi dopo una discussione con il fidanzato. I due avevano trascorso la serata insieme, prima in una pizzeria locale e poi a casa del fidanzato a Paderno, dove Miriam avrebbe dovuto pernottare. Tuttavia, dopo un litigio per motivi futili, la giovane aveva deciso di tornare a casa a piedi. Alle 3:00 aveva chiamato il padre, probabilmente per chiedere un passaggio, ma il genitore non aveva sentito il telefono. I fratelli Tommaso e Luca l’avevano seguita in macchina per un tratto, cercando di farla tornare indietro, ma l’avevano persa di vista prima di scoprire l’accaduto.

Emanuele Larocca

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