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Puglia, il buono postale è scaduto, 86enne ha un mancamento

Una donna di 86 anni del foggiano si è sentita dire che il suo buono postale era scaduto e non poteva essere riscosso.

Questa vicenda è accaduta a Cagnano Varano

La donna che si aspettava di incassare 11.000,00 euro è rimasta senza parole e ha avuto un mancamento quando le è stato detto che il buono non aveva scadenza ventennale come lei credeva bensì decennale, e, dunque era scaduto già da un bel pò. La donna aveva sottoscritto il buono postale nel 2008

Il genero della donna ha così dichiarato alla Gazzetta: «Una truffa legalizzata in piena regola». E poi: «Mia suocera ha sempre acquistato alla Posta buoni pluriennali tante persone come lei hanno fatto questo tipo di investimento in paese e sono adesso molto preoccupati. Sulla ricevuta del buono sottoscritto nel 2008 non c’è scritto infatti da nessuna parte la scadenza a diciotto mesi, per questo eravamo sicuri che si trattasse di un buono come gli altri. La stessa impiegata si è accorta dell’inconveniente solo quando ha inserito i dati del buono sul terminale. Abbiamo protestato con il direttore dell’agenzia, il quale ci ha fatto notare come solo il numero di serie del buono indicasse la reale data di scadenza. La serie finisce con “18R”, è quella la lettera che indica l’anno di emissione e la natura del buono. Ma solo un tecnico della materia potrebbe accorgersene, mia suocera era convinta di aver comprato un altro prodotto e la cosa strana è che nessuna dicitura compare sulla ricevuta».

Il genero come un fiume in piena ha aggiunto: «Sulla ricevuta in cartaceo è riportata solo la data di emissione e il timbro dell’ufficio postale di Cagnano Varano. Anche il direttore dell’ufficio postale  ha ammesso che su quei tipi di buoni fruttiferi tanta gente è incappata nello stesso problema e che qualche informazione in più sulle ricevute rilasciate non guasterebbe, impossibile per un cittadino comune orientarsi in base a numero di matricola. E ci sarebbe da aggiungere che pur sempre di soldi dei cittadini si tratta, sui quali lo Stato anche a dieci anni di distanza non dovrebbe accampare alcun tipo di pretesa».

Lorenzo Costantino

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