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Ex vigile di Sanremo, licenziato per aver timbrato in mutande, vince in appello. La Corte ordina il suo reintegro e un mega risarcimento di circa 250mila euro

Alberto Muraglia, ex vigile del Comune di Sanremo, è diventato famoso quando le videocamere della Guardia di Finanza lo hanno ripreso mentre timbrava il cartellino in mutande. Questo ha portato ad accuse di truffa e infedele timbratura. L’indagine che lo ha coinvolto nell’operazione Stachanov aveva culminato nell’arresto domiciliare di 43 individui e altri 80 sotto inchiesta.

Battaglia legale e reintegro
Dopo essere stato licenziato, Muraglia aveva presentato ricorso. La Corte d’Appello di Genova ha accolto il suo appello contro la decisione del 2016 del giudice del lavoro di Imperia, che aveva confermato il suo licenziamento. Malgrado le successive assoluzioni in campo penale, il Comune di Sanremo aveva mantenuto la decisione di licenziarlo. Muraglia, tuttavia, non si è dato per vinto, e con l’aiuto dei suoi legali, ha impugnato il provvedimento.

Il risarcimento deciso
Il Comune, in seguito alla sentenza, dovrà ora reintegrare Muraglia e risarcirlo. Questo risarcimento comprende “la retribuzione globale di fatto dal giorno del licenziamento a quello dell’effettiva reintegra”, con una detrazione per quanto già guadagnato da Muraglia in altri lavori. In cifre, parliamo di un ammontare intorno ai 250mila euro.

Dichiarazioni di Muraglia
Alla luce di questa vittoria, Muraglia ha dichiarato a Repubblica: “E’ la fine di un incubo. Sono otto anni che soffro senza aver fatto nulla di male”. Il suo futuro ora è incerto: può scegliere se tornare al suo vecchio lavoro o se negoziare una buonuscita.