Bimbo di 11 anni picchiato fuori dalla scuola da due bulli compagni di classe che gli fratturano la mandibola, l’ira madre “Non sono stati sospesi”
Bambino di 11 anni a Modena frattura la mandibola dopo un pestaggio da coetanei. La madre denuncia e chiede giustizia.
Violenza inaudita nel modenese, dove un bambino di undici anni è stato selvaggiamente aggredito da due compagni di scuola. Il bullismo, avvenuto davanti alla scuola in una località della Bassa modenese, ha avuto conseguenze gravi: la vittima ha subito la frattura della mandibola ed è stata giudicata con una prognosi di trenta giorni. L’episodio è avvenuto lunedì mattina e ha suscitato indignazione in tutta la comunità. La madre del ragazzo, dopo aver assistito alla scena e condotto il figlio al Policlinico di Modena, ha presentato denuncia ai carabinieri per le lesioni subite dal figlio.
L’incidente e la reazione
La madre dell’undicenne ha rivelato che il figlio, mentre passeggiava attorno all’istituto con un amico, è stato avvicinato e picchiato con calci e pugni dai due aggressori, di dodici e tredici anni. L’aggressione non è stata un atto isolato: la vittima ha ricevuto messaggi dai compagni di classe che indicavano l’intenzione dei bulli di ripetere l’attacco. Questa testimonianza ha aggravato l’allarme tra i genitori, preoccupati per la sicurezza dei propri figli. Il fatto che altri ragazzi abbiano assistito ridendo e riprendendo la scena con i loro cellulari pone interrogativi inquietanti sull’insensibilità e la mancanza di empatia tra i giovani.
Richiesta di giustizia e provvedimenti
La situazione è stata aggravata da un altro atto di bullismo: un bambino disabile di 11 anni è stato bullizzato e umiliato con un video postato sui social media, in cui veniva spogliato e forzato a baciare i piedi degli aggressori, definiti dai bulli stessi come “un gioco”. Di fronte a questi atti di crudeltà, la madre della prima vittima si è rivolta alla dirigente scolastica chiedendo perché gli aggressori identificati non fossero ancora stati sospesi, evidenziando un sentimento di sconcerto e la richiesta di giustizia e misure disciplinari immediate.
“Mentre eravamo in caserma – spiega la donna – mio figlio ha ricevuto dei messaggi dai compagni di classe” – queste le parole riportate che descrivono l’angoscia di una madre davanti all’incubo del bullismo scolastico che continua a perseguitare suo figlio.