Alberto Scagni, condannato per aver ucciso la sorella, aggredito e sequestrato in carcere, è in gravissime condizioni
Alberto Scagni, condannato per l’omicidio della sorella, è stato aggredito da detenuti nel carcere di Villa Armea, Sanremo, salvato solo dall’intervento degli agenti di polizia penitenziaria.
Aggressione in carcere
Alberto Scagni, condannato per l’omicidio della sorella Alice, è stato vittima di un’aggressione violenta nel carcere di Villa Armea a Sanremo.
Sequestrato, picchiato e torturato per un’intera notte, è stato salvato solo dall’intervento tempestivo degli agenti della Polizia Penitenziaria. Due detenuti, di origine marocchina, sono stati identificati come gli aggressori.
Condizioni critiche di Scagni
A seguito dell’attacco, Scagni si trova ora in gravi condizioni presso l’ospedale Santa Corona di Pietra Ligure. Presenta contusioni e ferite da taglio, particolarmente gravi al volto.
Questo episodio segue un’altra aggressione subita da Scagni nel carcere di Marassi a Genova, dove era stato colpito in volto con sgabelli. Il suo avvocato ha riferito che è la seconda aggressione in pochi giorni.
Background dell’omicidio e la reazione delle autorità
L’omicidio di Alice Scagni, per cui Alberto era stato condannato, avvenne a Genova. I genitori di Alberto avevano precedentemente richiesto l’intervento delle forze dell’ordine per gestire il comportamento del figlio, riconosciuto come “seminfermo di mente”.
Nonostante le sue condizioni mentali, il Pm ha ritenuto Alberto pienamente capace di intendere e di volere. Vincenzo Tristano, del Sappe (Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria), ha lanciato un appello sulle condizioni di sicurezza nelle carceri, evidenziando la necessità di proteggere i detenuti da violenze simili.