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Beniamino Zuncheddu, torna libero dopo 32 anni di carcere e la condanna all’ergastolo: “Innocente, non è lui il killer”Inizio modulo

Beniamino Zuncheddu, dopo oltre 32 anni di carcere, ottiene la sospensione della pena per la strage di Sinnai. Il paese di Burcei lo sostiene, emergono dubbi sulla testimonianza chiave.

Ritorno alla libertà

Beniamino Zuncheddu, originario di Burcei, un piccolo paese noto come il “paese delle ciliegie” in Sardegna, ha finalmente assaporato la libertà. Ieri, dopo oltre 32 anni di carcere, è tornato libero, accolta la sua richiesta di sospensione della pena.

La sua comunità non ha mai smesso di sostenerlo, organizzando proteste e sit-in per anni. Zuncheddu, condannato all’ergastolo nel 1992 per la strage di Sinnai, ha sempre mantenuto la sua innocenza. Fino a poco tempo fa, lavorava in un bar durante il giorno, ma era costretto a tornare in carcere ogni sera.

L’ombra del dubbio

La strage di Sinnai, avvenuta l’8 gennaio 1991, ha lasciato tre pastori morti e un ferito. Tuttavia, emergono dubbi sulla testimonianza chiave. Intercettazioni e informazioni da un ex poliziotto hanno portato alla sospensione dell’esecuzione della pena di Zuncheddu.

Il testimone chiave, Luigi Pinna, ha cambiato la sua testimonianza dopo aver visto una foto di Zuncheddu, sollevando interrogativi sulla sua affidabilità. Zuncheddu, nonostante la condanna, ha sempre proclamato la sua innocenza, sostenuto dalla sorella Augusta e dalla sua comunità.

Chi è il colpevole?

Restano domande senza risposta sulla vera identità dell’autore della strage di Sinnai. L’azione, compiuta con precisione quasi paramilitare, indica una conoscenza approfondita del terreno.

Le indagini hanno messo in dubbio la capacità di Zuncheddu, con una spalla inabile, di eseguire il massacro. Il caso ha lottato per trovare spazio nella stampa nazionale, ma ora, con nuovi sviluppi, potrebbe portare a una svolta definitiva nella ricerca della verità e della giustizia.