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Bimba di 9 mesi muore subito dopo essere stata dimessa dall’ospedale, è deceduta per una sepsi non diagnosticata

Una tragedia che scuote San Fiorano: la morte di una bambina di 9 mesi per una sepsi non diagnosticata mette in luce la questione della tempestività nelle diagnosi.

Una notte in pronto soccorso

Nel cuore della notte tra il 28 e il 29 marzo, Catella De Martino ha cercato aiuto per sua figlia, il quinto dei suoi bambini, presso il pronto soccorso dell’ospedale Guglielmo da Saliceto di Piacenza. La piccola soffriva di febbre alta e vomito, sintomi preoccupanti che hanno spinto la madre a cercare immediatamente assistenza medica. Tuttavia, l’esperienza al pronto soccorso è stata frustrante per De Martino. “Per oltre tre ore nessuno si era preso cura di noi”, ha condiviso la donna, “alla fine il medico l’aveva visitata, pochi istanti, solo per dirmi di non preoccuparmi e dicendomi di andare a casa”. Questa tragica notte ha segnato l’inizio di un evento devastante per la famiglia.

La scoperta e l’autopsia

La mattina seguente ha portato con sé un orrore inimmaginabile per i genitori: la scoperta della loro bambina senza vita nel suo lettino. Il trasporto d’urgenza all’ospedale di Codogno non è riuscito a cambiare l’esito della tragedia. La Procura di Lodi ha quindi avviato un’indagine, affidando all’Istituto di Medicina legale di Pavia l’incarico di svolgere un’autopsia. Il risultato ha rivelato che la causa del decesso è stata una sepsi da meningococco, una condizione gravissima non diagnosticata in tempo. “Mia figlia si sarebbe potuta salvare”, ha dichiarato De Martino, evidenziando come un intervento tempestivo avrebbe potuto fare la differenza.

Indagini e riflessioni

L’indagine ora punta a chiarire se la morte della piccola poteva essere evitata e se vi siano state negligenze. La famiglia cerca giustizia e risposte, sottolineando come un semplice esame del sangue e un trattamento antibiotico avrebbero potuto salvare la vita della bambina. La vicenda ha scosso non solo la comunità di San Fiorano ma ha anche sollevato questioni più ampie sulla gestione delle emergenze sanitarie e sulla necessità di ascolto e prontezza da parte dei servizi medici. “Mia figlia si sarebbe potuta salvare”, ripete De Martino, un lamento che echeggia come un monito sulla criticità della diagnosi precoce e del trattamento delle infezioni potenzialmente letali.