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Diagnosi sbagliata, al pronto soccorso infarto scambiato per indigestione, il paziente muore subito dopo

Significativo risarcimento a Palermo per un tragico errore diagnostico: un malore fatale scambiato per indigestione

Diagnosi sbagliata con esito mortale

Nel cuore di Palermo, un grave errore di valutazione al pronto soccorso dell’ospedale Salvatore Cimino ha condotto alla prematura scomparsa di Giovanbattista Buttitta, un anziano di 77 anni residente a Trabia.

Nonostante i forti dolori al torace e all’addome riferiti al suo ingresso in ospedale, l’anziano è stato esaminato da un medico che, dopo un elettrocardiogramma, ha diagnosticato un banale dolore di stomaco, attribuendolo specificamente a un’epigastralgia.

Contrariamente a tale diagnosi, il signor Buttitta era in realtà vittima di un infarto miocardico, che poco dopo gli è stato fatale.

Ripercussioni legali e decisioni giudiziarie

La famiglia di Buttitta, devastata dall’incidente, ha intrapreso un percorso legale contro l’Asp, il medico intervenuto e l’assicurazione Amtrust. Il processo civile, tenutosi dopo l’archiviazione del caso penale, si è concluso con la condanna delle parti coinvolte.

Il tribunale di Termini Imerese ha inizialmente sentenziato un risarcimento di 706mila euro a favore dei parenti della vittima, includendo anche interessi e spese legali. Questa decisione è stata successivamente confermata dalla Corte d’appello civile di Palermo, che ha anche ordinato il pagamento delle spese per il secondo grado di giudizio.

Inadempienze e strategie di recupero del risarcimento

Nonostante le sentenze favorevoli, l’Asp non ha ancora effettuato il pagamento del risarcimento dovuto, accumulando così ulteriori interessi.

I legali della famiglia Buttitta, Francesco Paolo Sanfilippo e Massimo Fricano, hanno annunciato future azioni esecutive per assicurare il pagamento, incluso il pignoramento se necessario. “Finalmente dopo quasi 14 anni si è chiusa una brutta pagina e i familiari del povero paziente hanno ottenuto giustizia,” hanno dichiarato, indicando che parte del debito è stata già saldata dalla compagnia assicurativa, la quale ha versato 340mila euro.