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Lo stesso giorno scopre di avere un cancro e di essere incinta, muore a soli 36 anni, il marito “dirò alla piccola che la madre era una donna speciale”

Morire a soli 36 anni dopo essere diventata da qualche giorno mamma. E’ il triste destino capitato a Elisabetta Succi di Rontagnano un piccolo paesino nel cesenate.

Elisabetta Succi lo stesso giorno che ha saputo di diventare mamma le è stato diagnosticato un tumore molto aggressivo.

Emanuela è morta dopo un anno e cinque mesi dalla diagnosi della malattia. Il marito Matteo Grotti, di 35 anni, è rimasto solo ad accudire la figlia di soli 10 mesi.

La bimba si chiama Cecilia e il padre sta cercando di darle il massimo dell’amore possibile.

E’ stato proprio Matteo a voler raccontare la sua storia con Elisabetta: “Io ed Elisa  ci siamo conosciuti nel 2015 al matrimonio di un amico comune, eravamo allo stesso tavolo. Ci siamo scambiati i numeri di telefono e abbiamo continuato a sentirci, finchè non abbiamo iniziato a frequentarci e ci siamo innamorati. Dopo un anno e mezzo siamo andati a convivere a San Zaccaria, dove abitava lei, e nel 2018 ci siamo sposati”.

Lei era un architetto a Cervia, lui è un magazziniere a Pievesestina.

La scoperta del tumore maligno:  “Ci è caduto il mondo addosso – racconta Matteo – In ospedale a Forlì le hanno prescritto alcuni esami e le hanno detto di fare prima un test di gravidanza per accertarsi che non fosse incinta. Figurati, ci avevamo provato per due anni…”.

Elisabetta, una volta saputo il terribile responso una volta ritornata a casa, ha voluto fare il test di gravidanza che è risultato positivo: “Non sapevo come leggerlo – ride Matteo – Le ho detto cosa vedevo, lei mi ha guardato ed è scoppiata a piangere. Ci ho messo un po’ a capire, avevo appena saputo del cancro”.

Elisabetta ha voluto comunque portare avanti la gravidanza: “Non ha mai vacillato un attimo, era convinta che la gravidanza fosse la luce in questo periodo di tenebre e, nonostante tutto, ha scelto di portarla a termine e di curarsi, seppur parzialmente, con terapie che non danneggiassero una creatura così intensamente desiderata. Prima dell’operazione ci hanno fatto vedere la bambina, anche se essendo a una settimana di gravidanza era appena un puntino, perchè ci hanno detto che c’era la possibilità di perderla. E invece così non è stato. I medici sono stati bravissimi a trovare una soluzione per operare mia moglie salvando al contempo nostra figlia”.

Poi il repentino peggioramento delle condizioni di salute di Elisabetta: “Al terzo mese di gravidanza Elisa ha potuto iniziare la chemioterapia – racconta Matteo – Lei l’ha fatta con una forza di volontà pazzesca, non è mai stata male, non ha mai perso un capello. Elisa ha vissuto la malattia in un modo in cui pochi riuscirebbero a fare, io in primis non ci riuscirei, e da persona molto credente ha trovato conforto nella fede. A otto mesi ha partorito e a nove l’hanno operata facendole la mastectomia totale. Ma al primo esame scopriamo che la malattia era migrata: il tumore si era esteso al fegato. Ogni volta che facevamo un esame e andava male lei diceva “Andrà meglio il prossimo, non può sempre andare male”. Quindi abbiamo sempre vissuto nella speranza, perchè si può sperare e continuare a vivere anche se poi il finale è brutto. E lei ha fatto così, sempre godendosi il presente, tutti sapevano che era malata ma ci ha fatto vivere il periodo della sua malattia come se non fosse nulla, è stata una guerriera. Elisa ha continuato con le terapie, ma il cancro non si è mai fermato. Fino a quando il 31 luglio scorso, dopo un anno e 5 mesi dalla diagnosi, si è spenta”.