Italia & Dintorni

Lite sotto l’ombrellone, due turisti umiliano un non vendente “Una persona che non vede in questa spiaggia non deve venire”


Un fatto spiacevole è accaduto su una spiaggia nel Tigullio, a Genova. Un ragazzo di 33 anni, che non può vedere, è stato oggetto di discriminazione da parte di due turisti. Il suo unico desiderio era semplicemente fare un tuffo in acqua. La storia è stata raccontata da Nicolò Pagliettini, il presidente dell’associazione italiana per i ciechi e gli ipovedenti di Chiavari.

Secondo il racconto di Pagliettini, tutto è cominciato quando il giovane, di nome Emanuele, ha deciso di trascorrere una giornata al mare con sua mamma Loredana e sua sorellina Lara. Per Emanuele, il mare è un luogo di svago, un posto in cui sentirsi libero. Così, si sono recati in una spiaggia pubblica a Chiavari e hanno trovato un posto nella terza fila. Le prime due file erano già occupate da persone che avevano lasciato sedie, lettini, ombrelloni e asciugamani sin dalle prime luci del mattino.

Dopo un po’ di tempo, Emanuele ha espresso il desiderio di fare un bagno. Così, sua mamma lo ha preso sotto braccio e lo ha accompagnato verso la riva, spostando alcune sdraio per facilitare il passaggio del figlio. Ed è in quel momento che è accaduto qualcosa di impensabile. Un signore, probabilmente un turista, si è intromesso gratuitamente, rivolgendosi alla mamma di Emanuele e dicendo “Non esagerare”. Loredana, sorpresa e confusa, ha chiesto spiegazioni, spiegando che aveva semplicemente spostato le sdraio per evitare che suo figlio, cieco, ci si scontrasse. A quel punto, la moglie di quell’uomo ha pronunciato un commento di basso livello, che è difficile da ripetere. Ha detto qualcosa del tipo “Una persona che non vede non dovrebbe venire su questa spiaggia”. È davvero triste che nel 2023 si possano ancora verificare episodi del genere.

Questo incidente ha colpito profondamente Emanuele, che si è chiuso nel silenzio. Gli è stato detto che, a causa della sua disabilità visiva, non avrebbe dovuto frequentare una spiaggia pubblica. È stato umiliato davanti a tutti e, insieme a lui, è stata offesa l’intera comunità delle persone con disabilità visive. Persone che lottano ogni giorno con mille difficoltà per trovare il loro posto nella società.

Gli agenti di polizia sono intervenuti per cercare di calmare la situazione. Ma poco dopo, Emanuele ha avuto un crollo emotivo. Ha pianto, sofferto e si è sentito male. Si è sentito sbagliato, diverso, umiliato. La frase pronunciata dalla signora lo tormentava. Così, sua mamma ha deciso di portarlo al pronto soccorso. Dal punto di vista medico, ha ricevuto una prognosi di tre giorni, ma chi potrà guarire la ferita morale e psicologica che gli è stata inflitta?