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Omicidio di Giulia, interviene Nicola Turetta padre di Filippo e precisa “La nostra non è una famiglia patriarcale, devastati dal dolore”

Dopo l’omicidio di Giulia Cecchettin, le indagini si concentrano sul movente dell’ex fidanzato Filippo Turetta. La famiglia di Turetta respinge le accuse di aver promosso una cultura patriarcale, mentre il padre cerca di spiegare la situazione e il comportamento del figlio.

L’omicidio di Giulia Cecchettin e le domande irrisolte

L’omicidio di Giulia Cecchettin a Vigonovo ha scatenato interrogativi su cosa possa aver spinto Filippo Turetta, suo ex fidanzato di 22 anni, a un atto così estremo. Dopo l’annuncio della loro separazione sui social media, la cultura patriarcale è diventata un tema dibattuto, portando a critiche verso la famiglia di Filippo e una discussione pubblica tra il premier Giorgia Meloni e la giornalista Lilli Gruber.

La difesa della famiglia Turetta

Nicola Turetta, padre di Filippo, ha risposto alle accuse attraverso un’intervista con il Corriere della Sera, negando qualsiasi educazione patriarcale in famiglia. “Non siamo talebani. Non ho mai insegnato a mio figlio a maltrattare le donne”, ha dichiarato, esprimendo rispetto per le donne e condanna per ogni tipo di violenza di genere. La famiglia Turetta si sente addolorata nel vedersi descritta come simbolo del patriarcato e rifiuta questa etichetta.

Riflessioni sul comportamento di Filippo

Nicola Turetta riflette sul comportamento di Filippo e sulla relazione con la madre. “Cosa doveva fare mia moglie? Non stirargli la tuta quando doveva andare a pallavolo? Non preparagli la cotoletta quando tornava?” s’interroga. Nel carcere di Halle, si riferisce che Filippo è molto scosso e mangia poco. I genitori descrivono Filippo come sofferente dopo la fine della relazione con Giulia, ma non avevano notato atteggiamenti preoccupanti prima del delitto. “Filippo soffriva. Ma continuavano a vedersi. I ragazzi a quell’età si lasciano, si mettono assieme”, ha sottolineato Nicola.

Il padre di Filippo conclude che non esiste una spiegazione chiara per l’omicidio. “Non c’è davvero una spiegazione. Parlano di possesso, maschilismo, incapacità di accettare che lei fosse più brava di lui. Non è assolutamente niente di tutto questo. Io sono convinto che qualcosa nel suo cervello non abbia più funzionato”.