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Che tempo che fa, il cattivo presagio di Gino Cecchettin “Sapevo di Giulia da quella domenica, un padre certe cose le sente” 

Gino Cecchettin, colpito dalla perdita della figlia Giulia, assassinata da Filippo Turetta, ha portato un messaggio di amore e trasformazione durante il suo intervento nel programma di Fabio Fazio.

Gino Cecchettin: Un ospite speciale in studio

La partecipazione di Gino Cecchettin alla trasmissione “Che Tempo Che Fa” di Fabio Fazio ha toccato profondamente il pubblico. Con un distintivo rosso simbolo della lotta contro la violenza sulle donne, Cecchettin ha condiviso la sua esperienza personale, segnata da un anno di dolorosi eventi.

Ha iniziato il suo intervento con queste parole:

“Grazie per avermi invitato in trasmissione – tutti gli eventi che mi sono capitati quest’anno mi hanno portato a vedere il mondo sotto un altro punto di vista. Quando capitano certe cose, è impossibile non cambiare: durante gli ultimi giorni in ospedale con mia moglie, lei mi chiese scusa per essersi ammalata. Per questo anche nei confronti dei miei figli ho cambiato il mio atteggiamento, ho iniziato a dir loro ti voglio bene più spesso. Ora mi trovo senza una moglie, senza una figlia, ma con una possibilità, quella di gridare che dobbiamo fare tutti qualcosa”.

Forza interiore di Cecchettin

Nel dialogo con il conduttore, Gino ha esposto il suo processo di guarigione interiore e il modo in cui ha trasformato il suo dolore in azione. Ha dichiarato:

“Ho avuto un processo di cambiamento. Ho iniziato a piangere per Giulia già da domenica perché un padre certe le cose le sente, e ti viene quasi normale provare rabbia e odia. Io ho detto ‘voglio essere come Giulia’, ho concentrato tutto il mio cuore e la mia forza su di lei, sono riuscito ad azzerare l’odio e la rabbia”. Poi ha aggiunto: “Mi sono chiesto come… Però ancora oggi vedo con questo ragionamento che può sembrare troppo razionale, ma alla fine è molto umano, io voglio amare, non voglio odiare, comunque l’odio ti porta via l’energia”.

La lotta di Cecchettin Contro il patriarcato

Durante la conversazione, Cecchettin ha parlato dell’importanza di cambiare il linguaggio quotidiano per combattere il patriarcato, riflettendo sulle parole usate per descrivere le donne.

Ha sottolineato: “Usiamo ancora espressioni come ‘la mia donna’, che esprimono possesso. Il patriarcato è anche questo, dobbiamo cambiare il nostro modo di parlare per contrastarlo”. Ha espresso il suo impegno a proseguire nella lotta per un cambiamento sociale e culturale.

Il messaggio finale di Cecchettin

Cecchettin ha rivolto un appello agli uomini, incoraggiandoli a esprimere i loro sentimenti più profondi: “Vorrei dire una cosa ai maschi: in questo momento vorrei invitarvi a dire ti amo alle compagne e alle moglie, non ti voglio bene. Ti amo. ditelo, ditelo spesso. Dovete dirlo, sempre, ogni volta. Fatelo in questo momento”.