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“Finalmente libera” Anna, 55 anni di Trieste, sceglie il suicidio assistito, l’Asl fornisce il farmaco letale per la prima volta

“Anna”, affetta da sclerosi multipla, è diventata la prima persona in Italia a usufruire del suicidio assistito con l’assistenza completa del SSN, una vittoria per la sua battaglia di libertà di scelta.

La battaglia di Anna per la morte assistita

“Anna”, nome fittizio di una donna triestina di 55 anni, ha segnato un momento storico in Italia: è stata la prima persona a ricevere l’assistenza completa del Sistema Sanitario Nazionale (SSN) per il suicidio assistito.

Affetta da sclerosi multipla progressiva, “Anna” ha lottato per un anno per ottenere il diritto a una morte dignitosa, esercitando la sua libertà di scelta davanti a una malattia irreversibile.

Il percorso legale e medico

Il percorso di “Anna” per accedere al suicidio assistito è iniziato con una richiesta alla Asl, seguita da un ricorso al Tribunale di Trieste dopo una lunga attesa senza risposte.

Il Tribunale ha poi ordinato alla Azienda Sanitaria di effettuare le dovute verifiche, che hanno infine portato all’approvazione della Commissione medica multidisciplinare.

La sua determinazione ha portato a un cambiamento significativo nella pratica medica e legale, riconoscendo l’assistenza continua come vitale anche nei casi di dipendenza meccanica non esclusiva.

Un momento storico e il dibattito sul fine vita

La morte di “Anna” segna un passo importante nel dibattito italiano sul fine vita. L’intervento del SSN nel fornire il farmaco letale e il supporto medico ha rappresentato una svolta significativa.

Questo caso ha stimolato ulteriori discussioni e iniziative legali, inclusa la proposta di legge presentata dalla deputata Debora Serracchiani e la campagna “Liberi subito” promossa da Marco Cappato, tesa a stabilire procedure chiare e tempi certi per il suicidio medicalmente assistito.