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Roma, dopo nove anni incontra la sorella del ragazzo che le aveva donato il cuore “Ora siamo legate intensamente”

Un brutale incidente avvenuto il 19 marzo del 2013 portò via Davide a soli 20 anni. L’incidente stradale avvenne a Latina.

La sorella di Davide, in quel momento straziante decise di fare una cosa meravigliosa, donare gli organi del fratello.

Il cuore di Davide fu trapiantato a una ragazza di nome Anna che aveva solo 17 anni. Dopo 9 anni, Anna ha potuto abbracciare la sorella di Davide, la 35enne Shana.

Shana ha così voluto commentare il bellissimo incontro:  “Speravo che prima o poi la persona che aveva ricevuto il cuore di Davide si facesse viva. Ho anche provato a cercarla tramite Facebook, con un post ricondiviso 65.000 volte. Ma senza risposta. Avevo perso le speranze quando, il 19 marzo 2022, nell’anniversario della morte di mio fratello, ho ricevuto una chiamata. Non si può descrivere l’emozione. Ritrovarla è stato come ritrovare una parte di me”.

Anna, molto emozionata per l’incontro ha detto che: “Nel mio petto batte il cuore di suo fratello. Ora siamo legate intensamente”.

 Shana ha voluto ripercorrere il momento della decisione di donare gli organi: “Quando Davide è morto, i miei genitori erano sconvolti, io ero incinta e mi sono trovata a cercare di tenere in piedi me e loro. Quando ci chiesero se acconsentivamo alla donazione degli organi, ho pensato che non potevamo tirarci indietro, e che forse quello era l’unico modo per sopravvivere al dolore”.

Anna ha raccontato la sua storia: “Ho avuto una diagnosi di sarcoma dell’osso a 9 anni e ho passato la vita più in ospedale che fuori. La tanta chemioterapia fatta causò uno scompenso cardiaco che peggiorò improvvisamente, portando i medici dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma di fronte all’urgenza di un trapianto. Mi misero ufficialmente in lista d’attesa il 19 marzo. Ma, lo stesso giorno, ci dissero che avevo una chance. Per anni il mio pensiero è stato quello di far sapere a questa famiglia che ero viva, e provare a dire loro ‘grazie’. Ma avevo anche timore e vergogna di farlo”.