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Muore a soli 20 anni campionessa italiana di arrampicata sportiva dopo un volo in montagna di 150 metri

Elisabeth Lardschneider, una giovane scalatrice dell’Alto Adige proveniente dalla Val Gardena, ha perso la vita in una tragica caduta di 150 metri mentre stava affrontando una scalata nelle maestose montagne del Ladakh, nella splendida valle dello Zanskar, in India. La sua prematura scomparsa ha scosso profondamente la comunità di Ortisei e di tutta la Val Gardena, lasciando senza parole anche il mondo dell’arrampicata, dove Elisabeth aveva conquistato numerosi successi.

A soli 20 anni, Elisabeth Lardschneider era un talento emergente nel panorama dell’arrampicata sportiva e faceva parte della squadra nazionale italiana giovanile. Sin da bambina, aveva scoperto la sua passione per la scalata ed era considerata un vero e proprio prodigio. Durante gli anni del liceo a Merano, aveva iniziato a praticare l’arrampicata sportiva, una disciplina che dal 2020 è diventata anche parte delle Olimpiadi.

Con la nazionale italiana, Elisabeth aveva partecipato a diverse competizioni giovanili, distinguendosi soprattutto nella specialità “lead”. Il suo talento non era passato inosservato e il Club Alpino Italiano (CAI) l’aveva coinvolta nel prestigioso progetto “giovani alpinisti”, volto a sostenere e promuovere le nuove promesse dell’arrampicata.

A soli 14 anni, Elisabeth aveva già dimostrato la sua abilità scalando il Menhir, una parete classificata “8b” per la sua elevata difficoltà, sul passo Gardena. La sua passione per la sfida e l’esplorazione l’aveva portata anche a partecipare a avventure di scalata internazionale. Nell’estate precedente, aveva affrontato la scalata della parete ovest del Pik Odessa, un’imponente montagna alta 4.810 metri situata nel sud del Kirghizistan, al confine con il Tagikistan, insieme a quattro amici.

Elisabeth era molto attiva all’interno del Club Alpino Sudtirolese Alpenverein e aveva dei grandi sogni per il suo futuro. Il suo obiettivo era diventare una guida alpina professionista, e sperava di entrare a far parte dei mitici Catores, un’unità speciale di alpinisti e soccorritori attivi nelle Dolomiti.